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ANNI FELICI MA INVISIBILI Amore che vieni amore che vai


Guido e Serena: infelici ma innocenti.

Trappola coniugale quella in cui Guido sente d‘essere.

Amore incondizionato, invece, è ciò che Serena prova per Guido o forse?

L’infelicità di entrambi porta i due ad essere sempre più distanti ed egoisti.

”Anni felici” rappresenta quell’idea d’amore incondizionato , ma sbagliato, fatto di irregolarità e fragilità deliranti.

Un amore logorante ed incapace d‘essere appeso ad una linea dritta e costante.

Un amore non ricambiato e dolcemente soffocante, angosciante, ma così tanto che quando si allontana provoca una rivoluzione interiora , dell’anima.

Serena lontana da Guido riscopre se stessa e scopre un altro tipo di amore, quello nei confronti del suo corpo. Ma perché ciò accade?

Serena vive a pieno se stessa con l’assenza di Guido e vive cose che quasi non le appartengono, cose che non erano in lei.

Che cosa l’aveva trattenuta? Cosa frenava i suoi istinti?




Due persone possono amarsi incondizionatamente ma non essere destinati a vivere insieme una serena storia d’amore.

Tra amanti e storie clandestine, entrambi, se pur distanti, continuano ad essere attratti come dei magneti. Un amore quasi malato e che non è possibile distruggere:

Un amore eterno.

Ed è così che Guido e Serena si lasciano continuando a rimanere insieme, distanti dall’idea che ciò possa essere per l’amore verso i propri figli.

Nascosti come amanti clandestini, avvolti da un incondizionato egoismo.



Avevo filmato, senza accorgermene, il pulviscolo erotico che aveva avvolto me e mia madre, insieme e separatamente. Quel giorno abbiamo perso entrambi la nostra innocenza o, forse, l’abbiamo ritrovata”


Questa è una storia narrata da un figlio che sente di essere invisibile agli occhi dei genitori e che dunque sente il peso di una frustrazione emotiva che prosegue al di lá della sua capacità di conoscere ciò che realmente esiste intorno a se’.



Indubbiamente erano anni felici, peccato che nessuno di noi se ne fosse accorto!“.


L’ESALTAZIONE DELL’ ARTE CONIUGATO ALL’ESISTENZA


il film rappresenta un’idea d’amore nota a pochi.

Da l’impressione d’essere talmente tanto incomprensibile da non riuscire a soddisfare quell’aspettativa finale che ti poni durante la visione.

Ma del resto racconta una verità che appartiene un po’ a tutti.

Nulla è semplice e tutto deve essere coltivato , amato, raccolto.

Ciò che seminiamo deve avere una cura dettagliata affinché non venga disperso.

L’amore è più grande dell’uomo stesso e respira, dona l’appartenere a qualcuno. “Essere e non essere”.

Colora e spegne.

Siamo noi che scegliamo ciò che esso può fare.

Perché non lasciarsi andare?



Irene Passalacqua





 
 
 

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